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Cosa c’entra Bach con la digital transformation, vi starete domandando. Molto più di quanto pensiamo, in realtà.

a cura di InRete, Ufficio stampa ICT di Retelit
26 giugno 2019News & Eventi

Lo scorso 21 marzo in occasione del 334esimo anniversario dalla nascita di Bach, Google ha voluto celebrarlo con un doodle che potesse in qualche modo far capire in modo semplice e immediato cosa rende così speciali le sue musiche.

Un doodle è una versione modificata del logo Google che viene visualizzata sulla home page in occasione di particolari eventi, ebbene quello dedicato al compositore tedesco si presenta così: dalla sommità di un palchetto, un piccolo pupazzo dalle sembianze di Bach invita l’utente a comporre della musica insieme, subito sotto uno spartito con due misure libere che l’utente può riempire a suo piacimento e riascoltare. A questo punto del gioco il turno è dell’intelligenza artificiale che al tocco del pulsante “armonizza” e analizza la partitura per completarla nello stile del compositore. Alla linea melodica del soprano vengono così aggiunte in tempo reale le voci dell’alto, del tenore e del basso, ricreando il suono tipico di un corale barocco.

Un giochino divertente. Ma cosa c’è dietro? Il doodle - il primo che si avvale di un’intelligenza artificiale - è stato realizzato attraverso un processo di Machine Learning messo a punto da Google Magenta basato su 306 corali di Bach “date in pasto” al sistema. Le corali hanno sempre quattro voci, ciascuna con la propria linea melodica che crea, insieme alle altre, un’armonia ricca. Proprio questa struttura ricorrente e relativamente “standardizzata” ha permesso di impostare il processo di apprendimento attraverso il quale la macchina impara tutte le risposte possibili rispetto a una data richiesta. Il processo con cui un computer viene impostato per dare risposte non stereotipate, ma basate sull’analisi di esempi e modelli utilizzati in precedenza per individuarne i pattern è alla base dell’intelligenza artificiale. Poi ci ha pensato il team di Pair a permettere al machine learning di lavorare completamente all’interno del browser, permettendo al doodle di funzionare in cloud anche laddove il computer o il device dell’utente non sia sufficientemente veloce.
 
Siamo all’alba di un nuovo modo di fare musica? Non possiamo dirlo ma certo è, anche per noi che viviamo di tecnologia e innovazione, che è un po’ inquietante pensare che un algoritmo possa creare una canzone e che l’intelligenza artificiale stia entrando in un territorio creativo che caratterizziamo come distintamente “umano”, ma a volte la linea sottile che divide il pazzo dal visionario è la linea di orizzonte dove si scorge il futuro…
 
Nel corso del Retelit Hub abbiamo avuto il piacere di ascoltare il più famoso violoncellista italiano, il maestro Mario Brunello, in un racconto "Da Bach a Brunello", motivo per il quale è nato questo post.

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