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Greta Thunberg, come può una sedicenne contribuire a salvare il mondo?

di Letizia Cilente, Communication Manager - Retelit
18 marzo 2019News & Eventi
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Greta Thunberg ha 16 anni ed è svedese. Lo scorso settembre, dopo l'agosto più caldo di sempre nella storia del suo paese, ha deciso di protestare contro il cambiamento climatico, prima recandosi ogni venerdì di fronte al parlamento svedese con un cartello "sciopero scolastico per il clima" poi proseguendo la sua battaglia sui social coniando l'hashtag #fridayforfuture.

La protesta di Greta Thunberg ha attirato l'attenzione della politica e delle istituzioni tanto che molti stati (Germania, Olanda, Australia...) hanno esplicitato e pubblicamente richiesto maggiore sensibilità delle persone sui cambiamenti climatici, chiedendo più impegno, anche solo nei piccoli gesti. Il 15 marzo gli studenti di tutto il mondo hanno manifestato nelle piazze scioperando per il clima, seguendo i dettami di Greta: meno emissioni di gas serra, più azione meno speranze.

Alla Cop24, la conferenza dedicata al clima che si è tenuta in Polonia, Greta ha partecipato con uno speech, nello stesso periodo in cui i gilet gialli protestavano a Parigi per l'aumento delle accise sulla benzina, in Italia il Governo discuteva per uno sgravio fiscale a favore di chi acquistava auto elettriche e mezzo mondo si domandava come impegnarsi sul serio per migliorare le cose in ambito climatico.

"Dovremmo essere responsabili della situazione che abbiamo creato, dovremmo arrabbiarci di più", con queste parole Greta, da un lato, dimostra di essere più consapevole di alcuni adulti delle minacce del futuro in tema climatico e dei rischi che potremmo correre, dall'altra, fa un'esplicita richiesta alla politica e un'assunzione di responsabilità verso tutti coloro che ci hanno preceduto e che, in ambito ambientale, sono stati distratti e poco attenti. C'è una differenza tra Greta e tutti gli altri ragazzi della sua età: questa sedicenne si è messa in testa di cambiare le cose partendo dai piccoli gesti quotidiani (costringendo per esempio la madre, cantante lirica, a prendere meno voli possibili per i suoi concerti).

Io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza… Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino.... Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando si era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi... Finché non vi focalizzerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale... C’è gente che dice che non stiamo facendo abbastanza per combattere i cambiamenti climatici. Ma non è vero. Perché per 'non fare abbastanza' bisogna comunque fare qualcosa. E la verità è che non stiamo facendo praticamente niente”.

Di fronte a questo discorso sembra impossibile credere che Greta abbia 16 anni e non sia un santone, nè un'attivista da decenni. Questa adolescente svedese ha solo un sogno e un obiettivo che porta avanti raccontando la triste e cruda verità.

Non solo l'attivismo ma anche la tecnologia può venirci incontro per migliorare la situazione clima. Da questo post su Eniday per esempio troviamo tantissimi spunti:

- esitono app che monitorano l'impatto dell'uomo sull'ambiente: Orocco, per esempio, monitorizza il footprint di carbonio di un individuo
- l'IoT collega i dispositivi in casa o in ufficio, gli impianti di riscaldamento o di illuminazione al telefono consentendo efficienza energetica e, di conseguenza, riduzione delle emissioni di carbonio. Per le abitazioni, i comandi termostatici connessi sono già una realtà grazie a Nest e Hive, e possono essere comandati a distanza dall’app del cellulare o del tablet. Queste tecnologie intelligenti possono anche monitorare le effettive esigenze di riscaldamento o refrigerazione e illuminazione
- il settore dei trasporti genera almeno il 23 percento delle emissioni di CO2 del settore energetico del globo, una cifra che potrebbe aumentare man mano che la domanda di trasporti aumenta unitamente all’aumento della popolazione e della ricchezza. Per combattere l’incremento delle emissioni i governi stanno incoraggiando l’adozione di auto, autobus e treni elettrici e ibridi. In Gran Bretagna la Royal Mail ha accettato di acquistare da Peugeot 100 furgoni elettrici per la consegna della posta a Londra. In altre località sono già stati adottati veicoli ibridi alimentati a gas metano liquido, biogas e idrogeno. Per il futuro, i governi di Regno Unito, Olanda, Francia e Norvegia hanno annunciato di avere in programma di dismettere gradualmente i veicoli tradizionali a benzina e diesel entro il 2025 e il 2040.

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