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Il ruolo degli operatori di nicchia e regionali e degli OTT nell’industria dei cavi sottomarini

di Diego Teot, Head of International Wholesale
29 gennaio 2019News & Eventi
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L’industria dei cavi sottomarini è stata tradizionalmente dominata dai monopolisti (o ex monopolisti) e dai Carrier. A partire dagli anni 2000 e con una forte accelerazione a partire dal 2015, questo scenario è cambiato radicalmente. Oggi i protagonisti di questo settore sono totalmente diversi: accanto ai sempre più presenti OTT (Google, Amazon, Facebook, Microsoft partecipano alla costruzione di cavi sottomarini specialmente ad alta capacità) troviamo gli operatori regionali o di nicchia. Quali sono state le motivazioni che hanno contribuito al debutto di nuovi soggetti all’interno del panorama mondiale dei sistemi cavi e quale è il contributo di questi operatori?

Il tradizionale modello consortile si basava su elementi “stabili e notii”:
 
- l’operatore ex monopolista che investiva in un nuovo sistema cavo era lo stesso che controllava l’infrastruttura sul territorio e quindi la Cable Landing Station (CLS) e i servizi di Backhaul e capacità;
- il Governo era azionista di controllo dell’operatore e, di conseguenza, supportava direttamente il processo autorizzativo e la gestione dei permessi (posa cavo e landing);
- le landing station, tecnicamente le stazioni di approdo dei cavi sottomarini, erano pressochè le stesse per quasi tutti i cavi.

I modelli di traffico a supporto avevano parametri di crescita e routing ben individuati e guidati dal tradizionale traffico voce ed enterprise.

Una serie di eventi ha spazzato questi elementi di stabilità. La deregolamentazione ha costretto gli operatori incumbent a competere sulle infrastrutture terrestri, la liberalizzazione ha ridotto gli interessi governativi, i modelli di crescita di traffico con l’affermazione degli OTT e l’esplosione dei dati mobili hanno subito accelerazioni importanti, infine, il routing del traffico, dovendo soddisfare requisiti di diversificazione, bassa latenza e resilienza non necessari in passato, ha creato l’esigenza di nuovi punti di atterraggio. 

Retelit, ed il sistema AAE-1, ad esempio, confermano questo trend. 

Retelit ha investito (come numerosi altri provider regionali o di nicchia) nel Consorzio AAE-1 prendendo il posto di altri incumbent (probabimente nello stesso periodo focalizzati su altri investimenti, ad esempio il settore dei media). Il contributo di Retelit non si è fermato all’investimento ma ha  proposto e creato un nuovo landing point diverso da Palermo (inizialmente previsto) a  Bari che, oltre a garantire una importante diversificazione delle rotte, permette di raggiungere Francoforte (il più importante nodo di traffico IP della terra) dall’Asia con la migliore latenza oggi disponibile. Infine, ha realizzato una rete di Backhaul da Bari all’Europa con nuove tecnologie trasmissive (200 Gbps) adeguate agli importanti volumi di traffico. 

In quanto operatore neutrale, inoltre, ha investito anche in altri hub sottomarini (a Marsiglia e in Sicilia in Sicily Hub ed Open Hub Med) creando le possibilità di reti “meshed” tra i diversi sistemi e offrendo quindi un'opzione per aumentare la resilienza degli stessi.

L’intervento tenutosi durante l’evento PTC’19, all’interno del panel “Content driven cables, how are they changing the subsea consortium paradigm?” ha indirizzato questi temi e aperto un dibattito con gli altri panelist e, in particolare, con Telegeography che ha evidenziato come questo trend sia ormai un fenomeno consolidato e globale. 

Gli OTT sono presenti praticamente in ogni nuovo sistema transatlantico o transpacifico (nell’area del Pacifico se questa crescita prosegue a tali ritmi saranno necessari 8 nuovi cavi) e le rotte non sono più quelle tradizionali (NY > UK, California > Giappone) ma prevedono in maggioranza nuovi nodi di landing. Il Cloud computing ha creato la necessità di aggregatori di traffico Edge che in coppia con i nodi principali di Hub (ad esempio Francoforte) garantiscano performance migliori ai servizi di rete.

Sicuramente Milano con i suoi nuovi Data Center, la presenza degli OTT ma anche grazie al lavoro di Retelit e alle connessione con le principali landing station del sud Europa è destinato a diventare un importante nodo Edge. 

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