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Storie digitali, RAI al Retelit Hub

di Letizia Cilente, Communication Manager - Retelit
13 giugno 2019News & Eventi
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Con la digitalizzazione dei processi e dei sistemi tutti i settori hanno subito forti trasformazioni, i cambiamenti riguardano l’organizzazione aziendale, che ha introdotto nuove figure, ma anche la proposizione verso i clienti.

Nel corso del Retelit Hub abbiamo avuto l’opportunità di analizzare il cambiamento che la digitalizzazione ha portato in uno dei settori più effervescenti: l’editoria. Ad accompagnarci nell’analisi Angelo Maria Caso, Network Engineer di Rai.

Rai, ha spiegato Caso, negli anni ha cambiato pelle e faccia passando da un’azienda conservativa e lenta ad approcciare i nuovi cambiamenti a un esempio di agilità. L’azienda ha negli anni digitalizzato le proprie produzioni, la distribuzione e la fruizione dei contenuti, snodo e punto di non ritorno ovviamente la diffusione di Internet. “La rete e i social hanno portato nuovi paradigmi, da questo siamo partiti quando abbiamo creato rai.tv, oggi Rai Play che, già nel 2005, ha sovrapposto e mescolato una doppia fruizione dei contenuti, quella digitale e quella classica”, ha spiegato Caso. “Il processo di digitalizzazione dei contenuti, avviato nel 2012, ha poi portato una trasformazione profonda nel core business dell’azienda e oggi ha trasformato in maniera radicale il modo stesso di lavorare anche nella parte editoriale che può attingere con estrema facilità e in real time all’enorme bacino di contenuti dell’azienda”. 

Dalla storia Rai abbiamo subito compreso quanto la digitalizzazione sia prima di tutto un “modello” che deve essere accolto e fatto proprio da tutta l’azienda, soprattutto dal top management ma, soprattutto, che un progetto di trasformazione digitale è inarrestabile e procede senza interrompersi mai. 

Patrizia Fabbri, giornalista di ZeroUno, ha definito il caso Rai in un suo recente articolo “il più complesso switch tecnologico del nostro Paese”, oggi Rai ha adottato un data center al posto degli archivi analogici, workstation invece delle sale di montaggio e una velocità prima impossibile nell’accesso ai dati”.

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