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Ultrabroadband: la sfida non si deve fare sulle infrastrutture

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02 dicembre 2015Dicono di noi
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La questione dell’accesso alla rete (esistente) rimane sempre di stretta attualità. Fra il rischio di bandi deserti e la speranza di una governance che assicuri condizioni certe per chi investe, le aziende sono penalizzate dalla mancanza di una vera competizione sui servizi a valore aggiunto. E il processo di trasformazione digitale ne risente.

“C’è molta politica e ci sono molte chiacchiere intorno al tema della banda ultralarga. E questo perché le risorse a disposizione sono tante, considerando gli oltre sette miliardi di fondi pubblici previsti. Per questo le varie Metroweb, che ha un’eccellente infrastruttura su Milano città e poco altro ma ha il vantaggio di essere un operatore pubblico, Telecom ed Enel si stanno muovendo con decisione per prendere la testa nella corsa che assegnerà i bandi per le reti di nuova generazione”. L’analisi, molto affilata, è a firma di Federico Protto, Ceo di Retelit, uno dei tanti operatori che si muovono fra le grandi telco italiane per offrire connettività e servizi a valore aggiunto (cloud in primis).
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