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Libro Bianco sull'Intelligenza Artificiale, nell'audizione della Commissione Trasporti anche Retelit

04 marzo 2021News & Eventi

Ieri Retelit ha preso parte all’Audizione su “Libro Bianco sull'intelligenza artificiale - Un approccio europeo all'eccellenza e alla fiducia” della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera. Un’occasione per Retelit per fare il punto sulla sovranità dei dati in Europa e sui temi della rete unica, della situazione infrastrutturale italiana e delle aree grigie

L’audizione, tenutasi in videoconferenza, è stata l’occasione per Retelit per fare il punto sulla sovranità dei dati in Europa. “Negli ultimi anni, l’Unione Europea è intervenuta attivamente per introdurre aspetti normativi rilevanti, innalzare gli standard di privacy e di regolamentazione ma non nello sviluppo di credenziali tecnologiche per competere con le altre superpotenze, come la Cina e Stati Uniti. Con Gaia-X, a cui Retelit ha aderito fin quasi dal principio, l’obiettivo è di lavorare attivamente per creare un’infrastruttura UE efficace e sovrana in cui i dati possano essere condivisi e archiviati secondo gli standard di protezione europei. Nel lungo periodo, il Cloud condiviso potrebbe favorire lo sviluppo anche delle imprese più piccole, in settori che vanno dalla finanza all’energia, e una maggiore tutela dei dati sensibili quali quelli legati alla nostra salute” – ha dichiarato Enrico Mondo Head of Business Operations and Development e Institutional & Regulatory Affairs di Retelit.

Il concetto di Rete Unica rappresenta una semplificazione, una definizione semplicistica del modello italiano in cui esistono numerose infrastrutture, con tecnologie diverse e appartenenti a numerosi soggetti. Non si potrebbe parlare di Rete Unica come un investimento uniforme su tutto il territorio nazionale, perché sarebbe difficilmente sostenibile e anche forse poco adatto alle esigenze del Paese, geograficamente variegato. Inoltre, c’è anche da considerate l’evoluzione della tecnologia come un fattore determinante che può modificare gli scenari e le differenti situazioni nelle varie aree grigie” – ha aggiunto Mondo a margine dell’audizione.

La nostra idea, condivisa anche con altri operatori del settore che sono concentrati, come Retelit, sui mercati business e wholesale e con cui abbiamo aperto un dialogo sotto il nome di “Fiber Alliance”, è che se il progetto dovesse prendere piede, dovrebbe tenere in considerazione alcuni aspetti. Tra questi, il primo è legato al quadro delle garanzie con regole certe di equivalence, tecnica ed economica, con l’obiettivo di avere un’equa concorrenza. Inoltre, l’aspetto tecnologico diventa fondamentale, per cui andrebbe garantito il rispetto del principio di neutralità per consentire un accesso semplice, rapido e flessibile all’infrastruttura, dai minitubi, alle fibre ottiche e torri. Infine, non meno importante, nel ripensamento delle regole va tenuto conto che vanno tutelati gli investimenti pregressi fatti degli operatori attivi nel settore, mantenendo fermo il principio della parità di accesso, tecnica ed economica, per tutti i soggetti indipendentemente dalla partecipazione o meno all’investimento.

A margine dell’audizione abbiamo anche fatto il punto sulla situazione infrastrutturale italiana e sulle aree grigie. “È facile prevedere che tra i punti cardine del cosiddetto PNRR, oggi ancora in fase embrionale, ci sarà quello dedicato alla digitalizzazione del Paese e delle imprese italiane. Questo passaggio, che sarà indubbiamente lungo e articolato, non può prescindere da un adeguato standard di connettività diffusa sul territorio nazionale che ad oggi, in particolare in alcune parti d’Italia, non è sufficiente. Non è per questo un bel segnale che l’intervento pubblico sulle aree grigie non sia ancora stato previsto e per questo l’invito è ad accelerare il processo. L’invito che abbiamo fatto oggi alla Commissione è che nella predisposizione delle Gare si tengano conto di alcuni aspetti, tra cui incentivare una pluralità di soggetti assegnatari. Lo svolgimento delle prossime gare non può prescindere dalla partecipazione attiva dell’ecosistema italiano ultrabroadband sotto forma di una pluralità di assegnatari che, in parallelo su aree geografiche distinte, operino facendo leva sulle proprie capacità operative e sulle rispettive specializzazioni. Un continuo confronto costruttivo tra i vari attori, peraltro, aiuterebbe a ottimizzare la qualità degli interventi tramite l’adozione delle rispettive best practices. Inoltre, abbiamo sottolineato la necessità di una verifica dei piani d’investimento dichiarati dagli operatori, cercando di evitare che una semplice “manifestazione d’interesse” espressa da parte di un investitore privato, in sede di consultazione, si traduca in una barriera concorrenziale, rinviando, ingiustificatamente, l’investimento pubblico in alcune aree nere o grigie”.

Guarda l'audizione a questo link.

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