Una sanità integrata e inclusiva passa per l'innovazione dei sistemi IT

Interoperabilità dei dati, cybersicurezza, gestione automatizzata dei processi e controllo del budget: per mettere il paziente al centro del processo di cura e migliorare la qualità delle prestazioni erogate sul territorio, l'infrastruttura tecnologica è una necessità irrinunciabile
Una sanità integrata e inclusiva passa per l'innovazione dei sistemi IT

Come si fa a garantire davvero quella qualità della prestazione sanitaria di cui tutti gli attori dell'ambito salute tanto parlano? Una questione sollevata di fatto anche delle componenti della Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): grazie al contributo finanziario europeo, infatti, siamo oggi di fronte alla migliore occasione per sviluppare un nuovo modello sanitario che ponga al centro il paziente, permettendo di prendersene cura nel migliore dei modi possibili. 

Per rendere il sistema sanitario interconnesso, i primi filoni da sviluppare sono senz'altro la telemedicina e il teleconsulto, che hanno dato dimostrazione di essere essenziali durante il periodo pandemico e che oggi sono riconosciuti come indispensabili per garantire un maggiore supporto per il paziente e un’analisi costante del suo stato di salute. Una questione che vale a maggior ragione per i pazienti cronici, che rappresentano circa un terzo della popolazione e impattano sulla spesa sanitaria nazionale per oltre i due terzi.

Le potenzialità di un sistema inclusivo e trasversale

Migliorare l’erogazione dei servizi sanitari significa anche mettere a punto un modello che sia veramente inclusivo, che riduca - e possibilmente elimini - le disuguaglianze. Per fare questo è necessario proporre sul territorio percorsi di cura e di prevenzione gestiti in modo sistematico, moderno e integrato. Per esempio, il ministero della Salute prevede di realizzare entro il 2026 case e ospedali di comunità che ridefiniranno anche il ruolo del medico di famiglia. Ma in parallelo, nell’ottica della creazione di reti di prossimità, non si può trascurare il modo di gestire l’approccio alla cura attraverso nuovi strumenti digitali.

Il modello a cui si ambisce è quello in cui i pazienti siano facilmente connessi in tempo reale a un sistema telematico, progettato in funzione di una visione olistica One Health che integri discipline diverse, riconoscendo che la salute umana è il risultato di una lunga serie di componenti interconnesse, che ha poco senso analizzare singolarmente. Non a caso il paradigma One Health è riconosciuto ufficialmente dal ministero della Salute e dalla Commissione Europea come obiettivo primario del Pnrr.

Tuttavia, realizzare nella pratica un modello così complesso richiederà uno sforzo notevole: tra le sfide più ardue c’è la definizione di una governance dei sistemi IT adeguata a un progetto di tale portata. Un'infrastruttura abilitante che dovrà rendere le aziende sanitarie in grado di concentrare le proprie energie su obiettivi primari come l’interpretazione dei dati e la qualità della prestazione sanitaria, sia per quello che riguarda la rapidità sia per l’efficacia. Dalla preparazione, gestione e controllo del budget fino alla verifica online di capienza residua, la digitalizzazione dei processi dovrà permettere la gestione automatizzata delle procedure amministrative e contabili (incluse le gestioni Cig, Cup e Durc) e garantire le verifiche di integrità delle comunicazioni verso gli enti di controllo.

L'evoluzione della governance dei sistemi IT

Se i sistemi IT oggi permettono alle aziende di molti comparti di funzionare ogni giorno 24 ore su 24, anche le strutture sanitarie dovrebbero raggiungere la stessa capacità. L’obiettivo è allora creare un sistema integrato basato su dati che si possano mettere in connessione tra loro, per il bene individuale e comune. Attualmente in Italia il modello organizzativo è, come ben noto, gestito dalle regioni: pur essendo un valore da preservare, la mancanza di un progetto condiviso fa sì che si proceda in ordine sparso, con eccellenze ma anche con problemi da risolvere, come del resto è stato sottolineato anche a Wired Health 2022.

Per andare verso regole comuni che facilitino l’interconnessione dei dati sarebbe utile, per esempio, un fascicolo sanitario con contenuti standardizzati e un'integrazione di dati clinici, amministrativi e finanziari, tutti protetti secondo logiche end-to-end. Ogni attività dell’azienda sanitaria potrebbe essere tracciata e analizzata sia sotto l’aspetto di redditività sia per il grado di efficienza. E oltre alle verifiche inerenti il budget, anche tutti gli adempimenti amministrativi dovrebbero essere ricondotti a processi digitalizzati. Insomma, livelli di controllo che garantiscano standard sempre elevati e in grado innescare un circolo virtuoso che promuova continui miglioramenti.

Auspicabile, secondo gli addetti ai lavori, è anche un sistema di workflow management che segua logiche condivise tra il mondo della sanità pubblica e quello della sanità privata, evitando le soluzioni esclusive o personalizzate che non riescono a rendere i dati condivisibili. Per permettere ciò occorre un dialogo fra il Governo e le Regioni per definire regole comuni e consentire scambi di informazioni anche al di là del solo ambito sanitario. Le regole informatiche dipenderanno dalle decisioni strategiche prese al momento della pianificazione della Missione 6 del Pnrr: decisioni che impatteranno sulle normative, e dovranno anche evidenziare i nodi irrisolti e disegnare una nuova compliance, con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) incaricata di individuare quegli standard informatici di cui dovranno dotarsi le piattaforme pubbliche.

I database condivisi sono essenziali

Le piattaforme open source hanno già mostrato la loro efficacia durante la crisi pandemica e il loro potenziamento gioverà al sistema sanitario. Un interscambio continuo di informazioni, attraverso i big data, può favorire lo sviluppo di sistemi predittivi che permettono di gestire il paziente con un approccio decisamente innovativo: si pensi per esempio a come organizzare il controllo dei già citati pazienti cronici con adeguati percorsi di cura. In questo senso le enormi quantità di dati diventano fondamentali non solo come elemento condiviso, ma come evidenza di un processo di elaborazione che integra informazioni provenienti da vari ambiti.

Pure i dati raccolti dai pazienti portatori di tecnologie indossabili diventeranno una risorsa di informazioni, se opportunamente collocati in piattaforme open source, da utilizzare per scelte terapeutiche coerenti. In questo scenario il ruolo del medico di famiglia dovrà evolvere a figura di riferimento del progetto di realizzazione delle case di comunità.

Soluzioni di helthcare 4.0

Nell'ambito delle iniziative di information and communication technology per la sanità, il Gruppo Retelit propone soluzioni infrastrutturali che comprendono gestione delle reti aziendali, cloud e storage in data center italiani. Tra queste la soluzione integrata 4Health, un software di gestione (Erp) per la sanità basato sulla tecnologia Sap per la pianificazione delle risorse aziendali messo a punto da Healthech, la newco nata dalla collaborazione tra GPI (operatore leader a livello internazionale nelle soluzioni ICT per il mondo sanitario) e PA ABS (società del Gruppo Retelit specializzata nella reingegnerizzazione dei processi e implementazione di soluzioni Sap).

L'idea alla base dei sistemi di questo genere è di ridurre le attività a basso valore aggiunto tramite l'adozione di procedure automatiche, integrando dati clinici, amministrativi e finanziari per trasformarli in informazioni intelligenti. Il tutto tarando le funzionalità sulla base delle già citate questioni centrali del comparto salute, per aziende sanitarie e ospedaliere, centri diagnostici, poliambulatori, cliniche private e strutture socio-assistenziali. 

E oltre alle soluzioni gestionali, le proposte Retelit includono soluzioni in ambito sicurezza per il monitoraggio degli attacchi malevoli verso le infrastrutture ospedaliere, per la salvaguardia dei dati dei pazienti e dei dispositivi medici anche tramite sistemi di intelligenza artificiale e machine learning per la correlazione dei dati e l'eliminazione dei falsi allarmi. Tutto questo con la consapevolezza che la sanità 4.0 passa anche attraverso il ripensamento delle reti sanitarie, che devono diventare network sicuri e flessibili per migliorare l'esperienza delle persone e abilitare la transizione verso nuovi modelli di cura.