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Tre cose che non sai sul cavo sottomarino AAE-1

di Dario Delfrate, AAE-1 Project Manager - Retelit
19 novembre 2018News & Eventi

Il 31 ottobre a Milano abbiamo celebrato il successo del progetto AAE-1 con un evento a cui hanno preso parte tutti gli operatori del Consorzio.

40 gli invitati presenti, proveniente da tutto il mondo e tutte le nazionalità, membri del Management Committee, il più alto organo decisionale del Consorzio AAE-1 che si riunisce periodicamente nei Paesi toccati dal cavo. 

Retelit e gli altri 18 membri, operatori di telecomunicazioni a livello mondiale, hanno festeggiato l’attivazione, anticipata rispetto alle previsioni, di un upgrade tecnologico del cavo che consente di aumentarne la capienza portando la tecnologia di trasmissione da quella iniziale a 100 Gbps (40 Tbps in totale) a 200 Gbps (per le tratte più lunghe) e a 300 Gbps (per le tratte più corte).

Il progetto, partito nel gennaio 2014, è stato messo in servizio dalla seconda metà del 2017 e già dopo il primo anno ha festeggiato un nuovo importante successo e traguardo.

Sono tantissime le informazioni già condivise sul cavo AAE-1 ma forse ce ne sono tre che nessuno sa:
- sono state sei le navi utilizzate contemporaneamente per la posa del cavo sottomarino. I 25.000 chilometri di fibra ottica che collegano Marsiglia a Hong Kong sono stati posati grazie all’utilizzo di Reliance, Dependable, Responder, Decisive, Resolute, Durable
- il cavo che unisce ad alta velocità e a bassa latenza tre continenti ha quasi 400 ripetitori installati e collegati sul fondo dei mari dall’Europa all’Asia
- per realizzare le landing station, tecnicamente i punti di approdo del cavo, le procedure e le richieste dei permessi e delle licenze in alcuni casi sono state molto lunghe e hanno richiesto moltissimo tempo. Tutti i lavori di scavo però si sono svolti nella completa salvaguardia dei mari. Nel caso di Bari, per esempio, i lavori di posa sono stati eseguiti a bassissimo impatto ambientale, nel pieno rispetto e salvaguardia del bio-sistema pelagico esistente, composto in gran parte da colonie di Posidonia Oceanica, l’alga conosciuta meglio come “protettrice delle coste pugliesi”.

L’evento che si è svolto a Milano è stato l’occasione per celebrare il successo di uno dei progetti più ambiziosi di sempre nel settore dei cavi sottomarini.


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