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Beni di prima necessità ai tempi del Covid: è boom di acquisti di farmaci online e negli alimentari di quartiere

di Letizia Cilente, Communication Manager - Retelit
12 ottobre 2020News & Eventi
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È del 2016 la normativa che autorizzava la vendita di farmaci da banco online senza ricetta, tuttavia è solo negli ultimi mesi che si è registrato un vero e proprio boom di acquisti. La grande distribuzione cede il passo a una nuova centralità, quella dei piccoli negozi di quartiere, la tendenza si è enfatizzata soprattutto nel corso del lockdown.

Nel 2016 le attività autorizzate alla vendita online di farmaci erano 328, nel 2017 erano 508, nel 2018 circa 664 e nel 2019 invece 863 distribuite tra Campania, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio, cinque Regioni a copertura del 60% del territorio italiano.

Farmakom, aziende che supporta le farmacie nel loro processo di digitalizzazione, in una recente ricerca ha fatto sapere che al 14 settembre 2020 il numero di farmacie e parafarmacie abilitate dal Ministero ha raggiunto le 1060 unità. Il settore è cresciuto passando da 96 milioni del 2017 ai 240 nel 2019 con una stima per il 2020 che si aggira intorno ai 315 milioni. Nel contesto attuale questi e-commerce soddisfano molti bisogni diversi: i consumatori sono aggiornati in tempo reale con promozioni ed eventuali sconti, la varietà dell’offerta è più ricca, il ricevere comodamente a domicilio prodotti parafarmaceutici, soprattutto in lockdown, è più comodo.

Se da un lato per i farmaci si è assistito a un boom di acquisti online che hanno fatto presagire che le attività territoriali più piccole sarebbero invece sfavorite, nel contesto attuale abbiamo avuto modo di notare che complice il lockdown c’è stato, al contrario, un abbandono dei grandi centri commerciali e dei grandi siti della GDO che ha riportato gli utenti dall’online all’offline e precisamente nei piccoli negozi di prossimità.

Lo sa bene Xtribe, un’app che mette al centro le realtà di quartiere. I vantaggi? Minor impatto sull’ambiente e sostenibilità, sviluppo della piccola economia locale, sviluppo della collettività territoriale. Xtribe mette in contatto il consumatore con il proprio quartiere attraverso la geolocalizzazione. Xtribe è nata nel 2012 con l’obiettivo di rendere più vicine domanda e offerta: gli utenti potevano cercare oggetti e servizi in modo rapido senza intermediati, per esempio corrieri. Il vantaggio per il negozio è notevole: marketing e visibilità con un investimento contenuto. Sempre partendo da un concetto di sostenibilità, sull’applicazione di possono anche scambiare oggetti. Oggi Xtribe conta oltre 700mila download, con una crescita degli stessi durante il lockdown.

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