15 settembre 2020 di Letizia Cilente, Communication Manager - Retelit

Smart working e Cloud Computing: la digitalizzazione può aiutare le aziende nella pandemia

Uno degli effetti di maggior impatto che ha avuto e sta avendo la pandemia da coronavirus in tutto il mondo è stato sicuramente il ricorso massiccio allo smart working per quasi tutte le aziende del mondo.

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Molte di questi – e molti lavoratori – non erano però preparati a questa nuova (almeno in Italia) modalità di lavoro. Una delle soluzioni che più efficacemente può aiutare le aziende ad affrontare questo delicato momento storico è sicuramente il Cloud Computing.

Cosa si intende per Cloud Computing?

Con questo termine ci si riferisce al sistema di concentramento delle infrastrutture informatiche e interscambio veloce dei dati che permette di ottenere servizi ad alta prestazione e sicurezza a un costo basso per l’utente finale e – soprattutto - senza vincoli fisici.

Quali sono i servizi che offre il Cloud Computing?

Esistono al momento tre diverse tipologie di servizi offerte dal Cloud Computing: IAAS, PAAS e SAAS. Cosa le caratterizza? I diversi carichi di lavoro per l’utente finale rispetto al fornitore del servizio che ha scelto per avvalersi di questa tecnologia.

  • Nei servizi IAAS l’utente noleggia delle macchine virtuali “vuote” e il fornitore provvede esclusivamente a fornire i servizi di backup, stoccaggio e protezione dei dati mentre tutto il resto rimane a carico dell’utente.
  • Nei servizi PAAS l’utente noleggia delle macchine virtuali già pronte e perfettamente funzionanti sulle quali può installare i software che deve utilizzare per lavorare in modalità smart.
  • Nei servizi SAAS l’utente non deve gestire praticamente nulla, deve soltanto collegarsi al sito di riferimento (o all’app per dispositivi mobile) e usare direttamente il software già pronto, aggiornato e funzionante.

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